Esplosione di un trasformatore in olio. Disastro alla centrale idroelettrica della Rushydro in Russia

18 agosto 2009

Una forte scossa sbriciola i muri e il soffitto della sala macchine. L’ha provocata un’esplosione, come quella di una bomba. Un trasformatore ad olio del secondo gruppo turboalternatore è saltato per cause ancora da definire, proprio mentre gli operai della manutenzione stavano intervenendo. L’acqua penetra violentemente: in gergo, è il micidiale “urto idrico”. Come il grisù delle miniere di carbone. I sistemi di sicurezza automatici bloccano gli altri nove gruppi turboalternatori. Restano kappaò due delle dieci turbine, una terza è seriamente danneggiata. Una valanga d’acqua sfonda il reparto, allaga le gallerie sottostanti. é una strage. L’ingegnere capo Andrej Mitrofanov darà più tardi un bilancio terrificante: dieci morti, undici feriti, settantadue dispersi. Nella centrale lavorano 437 persone: in quel momento in servizio ce n’erano più di 100

Fonte: Repubblica 18 agosto 2009 pagina 14, L. Coen

L’incidente del 17 agosto 2009 alla centrale di Sayano-Shushenskaya, la più grande centrale idroelettrica della Federazione Russa, ha fatto il giro del mondo. La maggior parte dei giornali indicano come causa del disastroso incidente “l’esplosione di un trasformatore in olio” (Vladimir Markin, portavoce della commissione d’indagine della procura federale).

Tale guasto catastrofico ha danneggiato le condotte forzate che alimentano la centrale, le infrastrutture elettriche, il tetto e le pareti della sottostante sala macchine turbine provocando un immediato allagamento dei locali occupati dal personale della Rushydro, gestore della centrale. La magnitudo dell’incidente rilevante, tipicamente classificato nelle valutazioni del rischio tecnologico, si evidenzia come il top event per trasformatori elettrici GSU (Generation Step Up) in olio isolante minerale.

L’impatto di tale incidente, sulla base delle informazioni disponibili, delinea un severo profilo di danni:

  1. danni alle persone (17 morti accertati e 58 dispersi);
  2. danni ai beni ed alle infrastrutture (stima di oltre un miliardo di dollari per il ripristino completo);
  3. danni per mancata produzione di energia e di allumio e altri prodotti siderurgici (diversi miliardi di dollari);
  4. danni ambientali per contaminazione di oli isolanti, oli idraulici e lubrificanti di turbine che potrebbe mettere a repentaglio l’integrità del delicato ecosistema di quest’area sub-artica (stimati oltre 80 Km quadrati di contaminazione delle acque superficiali).

L’incidente ha determinato, come ulteriore conseguenza, una immediata riduzione del valore dei titoli nelle borse dei mercati internazionali ed un’impennata sul prezzo dell’alluminio primario.

La produzione di energia prodotta della centrale, in funzione dal 1978 e terza al mondo per quantità media di energia prodotta annualmente, è stata interrotta. Secondo quanto riferito da un portavoce del gestore RusHydro, per i lavori di ripristino delle turbine non danneggiate dall’incidente occorreranno diverse settimane, mentre occorreranno mesi, se non anni per ripristinare tutte le condotte di alimentazione e riportare a regime la produzione di elettricità.

La centrale idroelettrica di Sayano-Shushenskaya, nella Siberia meridionale, con una capacità di 6.400 Mw è la principale fonte di energia per 6 importanti impianti di estrazione e trasformazione mineraria, fra questi vi sono due tra i maggiori produttori al mondo di alluminio: la United Company Rusal e la Evraz Group. Ora si temono ripercussioni a livello globale per il possibile calo dei livelli di produzione delle materie prime, per questo motivo la RusHydro, controllata dalla U.C. Rusal, sta provvedendo a deviare potenza da due altre centrali della zona.

Di seguito una raccolta di articoli estratti dai quotidiani online di tutto il mondo (18/08/2009):

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