Lo scorso 10 maggio 2012, presso l’ambasciata belga a Tokyo, Sea Marconi ha risposto alle necessità del Giappone: individuare una soluzione al problema PCB. Di fronte ad un qualificato pubblico proveniente sia dal mondo dell’industria sia dal settore pubblico, Sea Marconi ha fatto squadra con due aziende europee d’eccellenza, la belga SITA Decontamination e l’olandese Orion. Le tre aziende si sono consorziate nell’EES (European Environmental Solution), al fine di offrire al paese del sol levante un ventaglio di soluzioni complete ed un unico interlocutore.
Le soluzioni Sea Marconi hanno suscitato molto interesse da parte di una platea davvero molto attenta e competente, è piaciuta soprattutto la linea di servizi integrati basata su BAT/BEP (Best Available Technique/ Best Environmental Practice) per la gestione del ciclo di vita (LCM – Life Cycle Management) delle apparecchiature in servizio. Sea Marconi mira a mantenere i trasformatori in servizio grazie decontaminandoli con una metodologia proprietaria (CDP Process); così facendo non occorre smaltire l’olio contaminato né il trasformatore. Siamo in grado di ridurre il tenore di PCB ad una contaminazione di 0,5 mg/Kg in conformità alle leggi giapponesi e contemporaneamente rimuovere i composti solforati come il DBDS (problema zolfo corrosivo), i composti polari e ossidati e quelli di natura chimico-fisica.
L’evento del 10 maggio ha dato l’inizio, nei giorni successivi, ad una serie di incontri bilaterali di approfondimento, in quella sede è stato possibile analizzare in dettaglio i singoli casi gettando le basi per interessanti collaborazioni sia per Sea Marconi sia per il mercato nipponico.
L’obiettivo del Giappone, PCB free entro il 2026, chiuderebbe un capitolo iniziato nel 1968, quando nella città di Yusho, una contaminazione da PCB dell’olio di riso provocato da una perdita di uno scambiatore di calore, determinò una disastrosa intossicazione che coinvolse circa 31.000 persone. Quel “top event” diede avvio ai primi studi e le prime regolamentazioni internazionali sui PCB, ad esempio:
- 1976 Direttiva CEE 76/403/CEE per la regolamentazione dell’uso e per lo smaltimento dei PCB
- 1976 Direttiva CEE 76/769/CEE relativa alle restrizioni in materia di immissione sul mercato ed uso di sostanze pericolose
- 1979 Pubblicazione sul Federal Register (USA) delle leggi finali emanate dall’EPA (40 CFR PART/761) circa le proibizioni alla fabbricazione e norme di detenzione di PCB
Attualmente in Giappone di contano circa 6 milioni di trasformatori ed una quota rilevante sembra essere contaminata da PCB. Oggi, con la sua straordinaria competenza tecnica, con la sua spiccata sensibilità per l’ambiente e la conseguente severità nelle leggi in questo ambito, il Giappone rappresenta per Sea Marconi, nata nell’anno del disastro di Yusho, una sfida e nello stesso tempo un’opportunità per essere ancora una volta un prezioso alleato nella lotta contro il PCB.