Le azioni raccomandate dalla IEC 60422 Ed. 4-2013 (tab. 5 pag. 31) in presenza di “zolfo corrosivo” sono:

eseguire una valutazione del rischio e successivamente scegliere in alternativa:

A. ridurre la corrosività dell’olio aggiungendo un passivatore del rame oppure

[NOTA – Dopo la passivazione dell’olio, è necessario un controllo regolare della concentrazione del passivante. In caso di esaurimento continuo del passivante rimuovere la causa della corrosività secondo il punto sotto]

B. rimuovere la sorgente della corrosività cambiando l’olio oppure
Crimuovere la sorgente della corrosività rimuovendo i composti corrosivi attraverso opportuni trattamenti dell’olio.

NOTA – in presenza di DBDS, seguire le raccomandazioni della Brochure CIGRÉ 378:2009 [3]

A. Passivazione

La passivazione consiste nell’additivare l’olio con una sostanza che dovrebbe proteggere il rame all’interno del trasformatore dall’azione corrosiva del DBDS. Le analisi eseguite sugli oli contenuti nelle apparecchiature passivate hanno evidenziato una diminuzione del contenuto del passivatore già dopo i primi giorni dopo l’additivazione. In altri casi invece si è visto che l’azione protettiva del passivatore nei confronti del rame è disomogenea, permettendo quindi in alcune zone la formazione di solfuro di rame.

Il caso della rete elettrica brasiliana dell’agosto 2005, riportato dalla brochure CIGRÉ 378:2009, evidenzia che il 50% dei reattori passivati subirono un guasto, il primo dopo 33 gg dalla passivazione, l’ultimo dopo 590 gg.

B. Cambio dell'olio

Nonostante il cambio dell’olio, il 10-15% della vecchia carica d’olio contaminato rimane impregnato, cioè assorbito, nelle carte del trasformatore che lo rilasciano col tempo (la condizione di equilibrio si raggiunge in circa 90 giorni). Il vecchio olio contamina quindi quello nuovo, di conseguenza è impossibile rimuovere completamente il DBDS con un solo cambio d’olio. (approfondisci)

C. Rimozione dei composti corrosivi, depolarizzazione

Fa parte di questa categoria la contromisura proposta e impiegata da Sea Marconi. Si tratta di un processo di Depolarizzazione selettiva da DBDS che viene eseguito sul posto, mantenendo il trasformatore in servizio (e sotto carico) senza necessità di svuotarlo. Questo intervento è eseguito con delle Unità Modulari di Decontaminazione (DMU) realizzate appositamente da Sea Marconi. Il trasformatore viene collegato alla DMU mediante tubazioni flessibili; l’olio contaminato da DBDS viene aspirato dalla parte bassa del trasformatore, finisce poi nella DMU che lo scalda, lo filtra, lo degasa, lo deumidifica e lo decontamina per poi pomparlo nella parte alta del trasformatore. Si crea così un circuito chiuso e passaggio dopo passaggio il DBDS viene rimosso (< 10 mg/Kg) (approfondisci)

NOTE – Dato che si producono circa 1.000.000 ton/anno di olio isolante minerale e che il DBDS è stato impiegato dal 1989 al 2007, ci sono in circolazione 18.000.000 di tonnellate di olio potenzialmente contaminate da DBDS. In un trasformatore medio di distribuzione ci sono 250 Kg olio, ciò significa che 72.000.000 di trasformatori nel mondo potrebbero contenere DBDS, di questi, ragionando per difetto, è lecito pensare che almeno il 50% lo siano realmente.

Il fenomeno degli oli contaminati da DBDS è sicuramente ancor più esteso poichè, al fine di migliorare la viscosità degli oli e renderli più adatti ai climi freddi, è pratica comune quella di miscelare le basi degli oli (detti blended), ad esempio base naftenica con base paraffinica, di fatto raddoppiando o addirittura triplicando il volume di oli con DBDS.

Guarda la soluzione proposta da Sea Marconi

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